lunedì 17 aprile 2006

Previsioni

Il condirettore del Financial Times paventa correttamente alcuni rischi per l’Italia, da qui al 2015, di un eventuale governo Prodi con le riforme legate dall’esigua maggioranza al Senato.

La storia non si fa con i se, le previsioni sì. La probabilità di ciascun scenario è funzione della robustezza delle premesse (tasso reale di cambio in crescita per un paese con costo del lavoro crescente a tassi nettamente superiori rispetto al salario) e dei vari se (prossima vittoria elettorale al partito No-euro + ritorno “inimmaginabile” alla lira + insostenibilità della ridenominazione in lire del debito pubblico). Più difficile condividere la chiusura basata sull’inaffidabilità della misura storicamente usata per il rischio paese, ovvero il differenziale di tasso tra Btp e Bund decennali, stabile da tempo allo 0,3%.

La timidezza in pubblico può pagare, se si riesce ad ammantarla di autorevolezza e affidabilità, l’importante è non apparire rinunciatari. La sfacciataggine in pubblico può pagare, se si riesce ad ammantarla di autorevolezza e affidabilità, l’importante è non apparire strumentali.