giovedì 14 settembre 2006

Proclami

Il consiglio d'amministrazione di una banca popolare quotata ha ieri deciso di rimandare ogni decisione in merito a eventuali fusioni con banche popolari assortite.

Il clima d'attesa, creato ad arte, ha funzionato. Tutta la comunità finanziaria rincorreva notizie dell'asta in corso, con l'aspettativa che la schiera di pretendenti fosse presto scremata in vista delle nozze. Anche i pretendenti hanno creduto alla frettolosità e si sono esposti in imbarazzanti interviste da aspiranti soci "alla pari".

Proclamare in anticipo la fine del mondo e, al dunque, rimandarla suona blasfemo, ma funziona.

2 Comments:

At 08:49, Anonymous Anonimo said...

La fine del mondo, e la fine dell'autonomia di una banca popolare, è un concetto che esiste, puoi rimandare ma non puoi cancellare.
Totò recitava in un film "ricordati che devi morire....".
Cerco di non pensarci, ma prima o poi so che la mia ora arriverà.
Se fossi stato un peccatore e/o un assassino preferireri che la mia ora arrivasse il prima possibile (per non nuocere ulteriormente e non commettere di nuovo altri omicidi) = FUSIONE SUBITO. Se invece fossi in pace con la coscienza preferirei morire il più tardi possibile = FUSIONE TRA 60 ANNI.
Io, sinceramente, ritengo che questa banca non abbia la coscienza pulita.

 
At 11:47, Blogger FrancoTiratore said...

Intento del post era sottolineare l'efficacia dei proclami pronunciati già sapendo che le scadenze proclamate non sarano rispettate. L'uditorio non lo sa e si muove di conseguenza, avvicinandosi agli obiettivi del proclamatore (ricordo una professoressa che minacciava verifiche in maniera maledettamente credibile e, al dunque, le rimandava; ottenendo che la sua materia fosse più studiata delle altre).

Il bello della personalità giuridica è che non ha coscienza, la si può mandare in serie B ma le basta cambiare la dirigenza per mondarsi dai peccati di quella precedente.

 

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