sabato 5 agosto 2006

Territorio

Oggi mi sono concesso un'ulteriore scorribanda senza cartina nei dintorni del mio piccolo comune sulla collina piemontese.

Conscio d'avere nelle gambe circa un'ora di corsa più un'ora di camminata ma volendo ingannare la matematica con traiettorie circolari, ho provato l'ormai quasi consueta ebbrezza di sperdimento fra i colli, basando le scelte ai bivi in base alle posizioni dei campanili noti.

Segnare il territorio è una forma di possesso esibito, ma fragile; esplorarlo è un'esibizione fugace, accompagnata da un possesso duraturo.

3 Comments:

At 18:50, Anonymous Anonimo said...

Ma voi piemontesi avete qualche cosa da risolvere con le vostre colline. Che é?
Guarda qua un tuo conterraneo che combinava qualche me fa: http://www.suzukimaruti.it/index.php/2006/04/16/the-suzuki-witch-project/

 
At 20:19, Blogger FrancoTiratore said...

In effetti la gioia insita nella sensazione di sperdimento potrebbe avere un nesso con la quadratura piemontese stereotipata: piace in quanto esperienza piuttosto rara.

 
At 23:26, Blogger FrancoTiratore said...

La possibilità di perdersi aumenta il fascino dell'esplorazione del bicchier d'acqua. In effetti ho incrociato un mezzo agricolo nel momento di maggior dubbio, lontananza e fatica: non essendo in immediato pericolo di vita non era certo il caso di chiedere nulla. Pensandoci bene, il fascino del pericolo di vita probabilmente mi terrebbe comunque lontano da domande inopportune.

 

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